TENDINOPATIA DELLA ZAMPA D’OCA
TENDINOPATIA DELLA ZAMPA D’OCA
Con il termine zampa d’oca ci si riferisce a quella struttura anatomica che si inserisce sulla faccia mediale della tibia medialmente alla tuberosità tibiale anteriore ed è costituita dai tendini del muscolo sartorio, gracile e semitendinoso.
Questa tendinopatia è molto frequente in quegli sport come il calcio dove la funzione di rotazione interna di questa struttura è molto sollecitata, ma anche nella funzione flessoria del piede di appoggio mentre si deve calciare. In ogni caso in tutti gli sport di “corsa” questa struttura può subire importanti sollecitazioni.
Una condizione favorente è sicuramente il ginocchio valgo così come la lassità del compartimento mediale in quanto questa struttura è costretta a tensioni continue per stabilizzare il compartimento interno del ginocchio.
L’esordio della sintomatologia può essere acuto o subacuto, ma spesso la sofferenza diventa comunque presente anche nelle comuni attività quotidiane. Nei casi più lievi o cronici invece la sintomatologia può rendersi evidente solo durante l’attività sportiva quando i carichi di lavoro diventano più elevati.
La regione dei tendini può apparire calda e tumefatta oltre che dolente. Il dolore è ben localizzato e pertanto occorre escludere patologie a carico delle strutture vicine come il menisco mediale e il legamento collaterale mediale.
Sicuramente la diagnosi si avvale anche dell’esecuzione di una ecografia dinamica che potrà mettere in evidenza le alterazioni strutturali a carico dei tendini.
Nei casi ad esordio acuto o comunque molto intenso diventa sicuramente importante il riposo, riduzione del carico mediante l’utilizzo delle stampelle, kinesiotaping e bendaggi funzionali possono aiutare nelle forme più invalidanti.
Le terapie fisiche come ultrasuoni, laser e tecar oltre che onde d’urto focali possono essere molto utili per ridurre dolore e flogosi. Il trattamento chirurgico è riservato solo ai casi resistenti ai trattamenti conservativi.
Il ritorno allo sport deve comunque essere progressivo e graduale in base alla evoluzione del quadro clinico.