DISPLASIA DELL'ANCA
DISPLASIA DELL'ANCA
LA DISPLASIA CONGENITA DELL’ANCA
La Displasia Congenita dell’Anca è una patologia congenita che colpisce le strutture dell'articolazione dell'Anca (la cavità acetabolare, la testa del Femore e le strutture capsulo-legamentose). Queste risultano malformate e quindi predisposte ad una usura precoce della cartilagine articolare e di conseguenza questa condizione conduce all'artrosi dell'anca.
Fondamentale risulta la diagnosi precoce che deve essere eseguita alla nascita per poter iniziare immediatamente il trattamento. L'Ecografia può ottenere una diagnosi precisa e precoce. È essenziale la cura precoce in quanto si può ottenere anche una completa guarigione. Al contrario in caso di diagnosi tardiva l'evoluzione artrosica in età adulta è sicura e può essere precoce e invalidante. Nei casi gravi di lussazione i problemi iniziano già in età infantile, mentre nelle forme meno gravi in età giovanile. Nella maggior parte dei casi i pazienti iniziano a lamentare i dolori dopo i 30 anni.
Normalmente alla insorgenza dei dolori i pazienti si rivolgono al medico di medicina generale che inizierà a gli accertamenti e invierà il paziente allo Specialista Ortopedico per la diagnosi e la cura. L’indagine di primo livello è la radiografia del bacino in ortostasi, in un secondo momento si potrà completare lo studio strumentale con una TAC o una RMN.
Dopo aver diagnosticato la displasia sarà utile fare prevenzione eliminando o quantomeno riducendo i “Fattori di Rischio” responsabili della degenerazione della malattia. Di fondamentale importanza è il movimento regolare che consente il fisiologico metabolismo della cartilagine articolare, evitando il sovraccarico (controllo del peso corporeo e attività lavorative/sportive pesanti).
Quando però le manifestazioni cliniche dell’artrosi sono già presenti risulta necessario ricorrere alle terapie. Queste inizialmente potranno essere basate su terapia farmacologica o fisio-terapia.
Ma se le alterazioni della cartilagine sono troppo avanzate i trattamenti conservativi diventano insufficienti e a questo punto diventa necessario l’intervento chirurgico che consiste nella sostituzione delle superfici usurate dell’acetabolo e della testa del femore con una protesi articolare per eliminare il dolore e ripristinare la funzionalità all’articolazione.
Le attuali protesti articolari sono costruite con materiali che minimizzano i fenomeni di usura dei materiali, pertanto anche i problemi relativi alla durata degli impianti sono notevolmente diminuiti, e quindi anche i pazienti più giovani possono affrontare l’intervento con fiducia sapendo che l’impianto durerà molti anni.

